Una vera Smart Home

Una vera Smart Home? Vuoi davvero sapere com’è fatta e come funziona?

Quando sarà finita e ci abiterai dentro, ti cambierà la vita, ma questo forse lo sai già…

Non sto certo parlando di stress, paura di premere il tasto sbagliato o problemi dovuti a comandi non coordinati inviati dai KIT o da altri dispositivi DIY come già ampiamente commentato in questo articolo. No, abitare in una vera Smart Home non è come avere la “casa domotica”. A degli occhi inesperti il concetto può sembrare simile, a volte identico, ma ti garantisco che non è così.

Sai come riconoscere una vera Smart Home?

Una vera Smart Home è quella che ha la funzione “pilota automatico”.

Esatto, proprio come quello di un aereo, un elicottero, una nave da crociera, e tra poco disponibile anche per le automobili. Certo c’è anche sulle astronavi, come quelle utilizzate nelle più famose missioni spaziali.

Il pilota automatico è la funzione più complessa che un “cervellone” deve compiere per SEMPLIFICARE LA VITA al pilota ed agli altri occupanti del “mezzo”, o come nel nostro caso, della casa.

Tutti i dispositivi elettrici, elettronici ed informatici presenti coesistono e comunicano tra loro, ma vengono gestiti, controllati e comandati da un unico sistema centrale. Una coordinata armonia di informazioni il cui risultato è quello di sostituire completamente le “funzioni” che una persona farebbe proprio in determinate condizioni, nel bene e nel male.

Esatto, limitare l’intervento umano garantendo il miglior comfort e la maggiore sicurezza a tutti gli occupanti. E’ questa la vera funzione di un pilota automatico, anche per una casa!

Quali sono le azioni manuali quotidianamente più eseguite in una abitazione?

  1. accendere e spegnere le luci,
  2. aprire e chiudere le tapparelle (veneziane, tende, ecc…),
  3. inserire e disinserire il sistema d’allarme (se presente).

Partiamo da queste tre semplice cose per fare le prime valutazioni. Ipotizziamo di considerare la zona living di un normale appartamento moderno composto da un’unica zona, ovvero ingresso, soggiorno e cucina. Ti riporto nell’immagine qui sotto un esempio reale. E’ l’abitazione di un nostro Cliente. Clicca sull’immagine per ingrandirla.Come puoi vedere ci sono:

  • 10 punti luce (8 interni e 2 esterni) indicati con il colore BLU.
  • 2 tapparelle indicate con il colore ARANCIONE.
  • 6 punti di comando (5 pulsantiere contrassegnate dalle lettere dalla A alla E ed un sensore crepuscolare “F”) indicati con il colore NERO.
  • 3 contatti per serramenti (2 finestre ed 1 porta) ed 1 sensore volumetrico per l’allarme indicati con il colore MARRONE.

Per completezza di informazioni ho inserito anche il termostato (o cronotermostato), il videocitofono e la tastiera dell’allarme ma non le prese di corrente o quelle della TV. Adesso c’è tutto per fare una vero “confronto”.

IMPIANTO TRADIZIONALE

Sono quasi 20 anni che non faccio più impianti tradizionali, quindi se sei un installatore e scrivo qualcosa che secondo te è “sbagliato” spero mi perdonerai.

La prima cosa da fare in un impianto di questo tipo è definire con il Committente da dove vuole accendere i singoli punti luce (quelli BLU). La cosa più “normale” è prevedere un’accensione singola per i punti luce secondari, come ad esempio i pendenti sopra il tavolo (circuito 5) o quella della striscia sotto i pensili (circuito 7). Per i punti principali invece, ad esempio i circuiti 1, 3, 4 e 6, ma anche l’E2 direi, farei almeno 2 punti di comando. Gli altri sono a tua discrezione. Come preferisci.

Le 2 tapparelle le azionerei dalle pulsantiere C e D. Sei d’accordo?

RICORDA: a livello normativo, un normale comando per tapparelle elettriche deve funzionare a “uomo presente”. Questo vuol dire che per tutto il tempo che la tapparella sale (o scende) dovrai stare li, con il dito che tiene premuto il tasto di salita (o discesa). Non ti sembra una cazzata? Considerando tutte le tapparelle di casa, dovrai alzarti almeno 15 minuti prima tutte le mattine per tirarle su oppure 30 minuti se vorrai anche chiuderle prima di uscire di casa per andare al lavoro. Hai 30 minuti da buttare ogni giorno? Non importa se vuoi toglierli al sonno, al tuo lavoro o alla tua famiglia. 30 minuti per fare queste azioni sono un sacco di tempo perso in ogni caso! Torni a casa per pranzo? Mmm… quindi farete i turni o lascerete decidere al caso chi dovrà fare il “giro tapparelle”? Non vorrai mica lasciarle chiuse ed accendere le luci a mezzogiorno vero? Non credo nemmeno che mangerai al buio. Quindi i minuti saranno 60 o addirittura 90 se uscite tutti al pomeriggio per poi rientrare alla sera. Assurdo vero?

Una volta che sono state definiti tutti i punti di comando, si possono dimensionare le scatole che conterranno i frutti (interruttori, deviatori, ecc…). Quelle più classiche a 3 posti penso che saranno 1 o 2 al massimo vista la quantità di comandi necessari.

Anche le tubazioni dovranno essere dimensionate in base al numero di fili che contengono. Alcune quindi saranno un po’ grandi rispetto ad altre. Speriamo ci sia abbastanza spazio nella soletta altrimenti dovrà intervenire un muratore per spaccare per rientrare nel limite per far stare i pannelli radianti del riscaldamento a pavimento e/o le piastrelle. Altri costi da aggiungere ovviamente…

Per quanto riguarda il sensore crepuscolare (comando F) bisogna definire in anticipo quale circuito dovrà accendere (ipotizziamo il circuito E1 relativo alla luce di ingresso).

I contatti dei serramenti ed il volumetrico (quelli marroni) andranno collegati direttamente nella centrale dell’allarme (nascosta).

Qui sotto ti riporto un esempio di come potrebbe essere la vista della parete dove c’è la porta d’ingresso. Clicca per ingrandire l’immagine.

A sinistra della porta puoi riconoscere 7 elementi

  • I due circuiti luce (“1” applique da incasso ed “8” segnapasso/luce notturna),
  • Il termostato (o cronotermostato),
  • I comandi dei circuiti luce (con i numeri relativi all’accensione stabilita),
  • Il gruppo “prese di servizio”,
  • La tastiera dell’impianto d’allarme,
  • Il citofono (o videocitofono).

Solo una cosa… se non vorrai tenere la luce dell’ingresso accesa tutta la notte, dovrai prevedere anche un “orologio” che ad una certa ora “tagli” l’alimentazione del circuito per spegnerlo.

IMPIANTO DOMOTICO

Non è per complicare le cose, ma in questo tipo di impianto ho inserito anche due ulteriori elementi. Se la domotica serve effettivamente ad aumentare la sicurezza ed il comfort, non può mancare:

  • l’impianto audio sia nella zona della cucina/pranzo che in quella del soggiorno. Rispettivamente ho aggiunto una e due casse incassate a soffitto con il relativo controller a parete per poter selezionare la sorgente, alzare/abbassare il volume, ecc…. Il tutto è indicato con il colore verde.
  • un rilevatore di movimento sul terrazzo. I Committenti vorrebbero lasciare le finestre aperte d’estate ma avere la tranquillità che nessuno possa entrare.

Clicca sull’immagine per ingrandirla

Riprendiamo il confronto.

Rispetto all’impianto tradizionale, le pulsantiere di comando non avranno al loro interno dei cavi a 230V ma un semplice cavo BUS a bassa tensione (minore di 50V) con una scheda di ingressi a cui collegare dei pulsanti (chiamata volgarmente “ragnetto” o “biscotto” a seconda della zona). Questo tipo di installazione si dice che garantisca anche una maggiore sicurezza, soprattutto per i bambini.

Su questo fatto scriverò presto un altro articolo. Secondo il mio modesto parere si tratta di un’altra “leggenda della domotica”.

Che probabilità ha un bimbo di recuperare un cacciavite della misura esatta, smontare la placca di copertura, svitare le viti che fissano il supporto, girarlo ed allentare il morsetto di un interruttore a cui è collegato il filo che porta la corrente per poi toglierlo e prenderlo in mano? Dovrebbe anche essere in giro per casa a piedi scalzi (magari un po’ sudaticci) o toccare con l’altra mano il muro per poter chiudere il circuito favorendo il passaggio della corrente che potrebbe fulminarlo all’istante! Assurdo…

Comunque…

Le dimensioni delle pulsantiere potrebbero essere un po’ più compatte perchè invece dei normali interruttori, in questo caso, è possibile utilizzare dei “doppi pulsanti”. Nello stesso spazio di un comando ce ne stanno due! Qui sotto vedi un esempio dei “frutti” che ti ho appena descritto.

A sinistra un tradizionale interruttore nero, a destra un doppio pulsante grigio.

Quello che ti ho detto non è del tutto vero, almeno per la pulsantiera “A”. Vorrai avere un comando per spegnere tutte le luci di casa ed aprire/chiudere tutte le tapparelle prima di uscire o quando rientri giusto? Altrimenti che cacchio lo fai a fare un impianto domotico? Almeno in questo caso bisogna considerare 3 comandi in più (quindi 2 spazi o meglio 2 moduli).

Per alcune tipologie di impianti domotici c’è la possibilità di utilizzare diversi modelli di pulsantiere con un design più ricercato. Molti di queste hanno anche delle funzioni aggiuntive integrate (sensore di temperatura, umidità, led di segnalazione, ecc…). Generalmente sono installabili su scatola tonda (o standard europeo) oppure la nostra “502” da 2 moduli.

Il numero dei comandi di ogni pulsantiera è generalmente “limitato”, al massimo 8. Ci sono però alcuni modelli che arrivano anche a 9 o 10 a scapito della dimensione delle spazio dove appoggiare il dito. Non sto considerando la doppia funzione, ovvero la pressione lunga. Potrebbe essere utilizzata per fare un’altra cosa (una singola accensione, attivare uno scenario, ecc…). Saresti in grado di ricordare cosa e come schiacciare delle 16 combinazioni possibili? Altro bel casino!

Non tutti gli installatori o elettricisti conoscono l’esistenza di queste tipologie di pulsantiere. Per vederne alcuni modelli dovrai rivolgerti a qualcuno di particolarmente “tecnologico” o scaricare la guida gratuita sulla domotica che trovi in questo link. Troverai un’immagine nella sezione “illuminazione” di quelle un po’ più particolari.

Uno dei vantaggi di avere l’impianto domotico è quello di poter modificare la funzione di ogni singolo tasto delle pulsantiere. Questo implica che non è necessario prevedere prima da dove si accende un determinato punto luce. Se proprio si vuole essere sicuri di non rimanere senza, è possibile affiancare due pulsantiere (parlo per quelle di design descritte prima) o mettere una grossa scatola!

La stessa cosa vale per il crepuscolare. Sia se fosse semplicemente collegato ad un ingresso, come un normale pulsante, oppure comunichi direttamente sul BUS del sistema domotico, potrà essere programmato per accendere uno o l’altro circuito luce, e perchè no, anche un insieme! Se volessi spegnerle prima dell’alba sarebbe comunque necessario installare un orologio che a sua volta invierà, in qualche modo, un altro comando (di spegnimento)  sul bus domotico.

Se invece fosse presente un sistema di supervisione sarà possibile programmare un “timer” in modo che ad una certa ora, invii sul BUS il comando di spegnimento di tutti i circuiti precedentemente accesi dal crepuscolare oppure uno solo, a seconda delle richieste del Committente. In questo, caso oltre a risparmiare sul costo dell’orologio, potresti avere anche la possibilità di modificare l’orario comodamente sull’ipad (o touch screen) senza aprire il quadro elettrico ed agire direttamente sul pezzo (con attrezzi o micro tasti da premere).

La differenza non sembra essere molta, anzi, avendo aggiunto anche la parte musicale, ci sono degli elementi in più. In realtà la differenza è sostanziale, rispetto ad un impianto tradizionale:

  • si potrebbe ridurre parzialmente il numero delle pulsantiere di comando e (probabilmente ma non è certo) la loro grandezza,
  • le tubazioni saranno sicuramente più piccole ed i cavi di collegamento minori, sia nel numero che nelle dimensioni,
  • c’è la massima flessibilità per poter modificare la funzione di ogni singolo tasto (o comando di ingresso),
  • è possibile realizzare delle funzioni centralizzate (spegni, apri e chiudi generale),
  • collegando un sistema di supervisione si può comandare sia in locale che in remoto (fuori casa), qualsiasi cosa,
  • utilizzando delle pulsantiere di nuova generazione è possibile avere “gratuitamente” il rilievo della temperatura della stanza, led di segnalazione, ecc… In questo modo sarà possibile risparmiare anche sul costo delle tubazioni, cavi, scatole e termostati ambiente oltre che delle relative opere murarie necessarie. Mica roba da poco…

SI MA….

Spesso con il termine “domotica” è associato anche quello comunemente chiamato “scenari”. Gli scenari, per la maggior parte degli utenti, sono legati all’illuminazione. Questo può essere vero in un impianto molto semplice, soprattutto se realizzato da installatori poco avvezzi alla tecnologia. Per oltre 15 anni ho combattuto contro questa “limitazione” ed avendo realizzato praticamente quasi solo impianti integrati, noi abbiamo esteso gli scenari anche a tutti gli altri impianti. Lo scenario relax può così comprendere, oltre un’illuminazione “soft”, anche un certo tipo di musica, di temperatura e magari anche l’inserimento dell’allarme, per rilassarsi, appunto, in tutta tranquillità!

In ogni caso… anche se nell’impianto ci fosse un touch screen, o come sempre più spesso capita, un tablet o uno smartphone che “supervisiona” l’impianto domotico, qualora si volesse attivare uno scenario manualmente (solo luminoso per il momento), bisognerà avere tanti tasti quanti sono gli scenari che si vorranno eseguire.

E se la pulsantiera di comando da dove voler eseguire gli scenari fosse più di una? Sicuramente verrà meno il vantaggio di avere delle pulsantiere più piccole, o se fossero quelli di design con comandi limitati, ad 8, anche la loro quantità.

Questa è come si presenterebbe la parete dell’ingresso vista prima. Solito clic per ingrandirla.

Se invece di un “normale” impianto domotico si optasse per una soluzione “integrata”, sempre che i sistemi scelti siano compatibili e chi progetta e/o programma l’impianto sia in grado di farlo, si potrebbe eliminare:

  • il tastierino di controllo della musica,
  • la tastiera dell’allarme
  • il videocitofono.

Sul videocitofono, ho sempre qualche dubbio a proposito, credimi, ho mooooolti testimoni a riguardo. Trovarlo integrato nell’impianto domotico e vederlo funzionare come si deve è una condizione molto rara, quasi come un panda!

Spesso, mi chiamano dei Committenti per sistemare l’impianto domotico che i loro elettricisti, i finti progettisti che fanno anche i programmatori o system integrator farlocchi, (se non addirittura il General Contractor che ha preso il lavoro e subappaltato a cani e porci, i più economici ovviamente) hanno lasciato “zoppo”. Questa è una delle situazioni che mi si presenta davanti quando arrivo a destinazione.

Divertente no? Forse non per i Committenti che di solito sono incazzati come delle api. A volte mi aspettano direttamente fuori dal cancello perchè non vogliono lasciare il “buco” togliendo “quella merda che non ha mai funzionato (*)”!

* il videocitofono

SMART HOME

Quello che sto per dirti ti sconvolgerà. Probabilmente non hai mai sentito nessun altro dirti delle cose simili. Questo per un semplice motivo, che poi è sempre il solito se mi segui da un po’, ed è perchè quello che dico o scrivo io va contro le “frasi preconfezionate” che sei abituato a sentire da installatori “tradizionali”, progettisti “standard” o system integrator “dell’ultimo minuto”.

Per non parlare di quello che leggi su blog, riviste o tutte le altre trovate pubblicitarie che invadono questo mercato! Quello che voglio dirti è che

una vera “SMART HOME” è una abitazione che funziona anche SENZA SMART PHONE (o TABLET)!

Non ci credi o sei rimasto pietrificato da quello che hai letto? Come al solito sono pronto a dimostrarti tutto quello che dico.

Come ti ho già anticipato all’inizio, una vera Smart Home è quella che ha la funzione di pilota automatico.

Hai mai visto un pilota, un astronauta, un comandante, governare il proprio “mezzo” con uno smartphone o un tablet? Già… questo la dice lunga su tutte le stronzate che hai sentito fin’ora!

In un altro articolo, non ricordo quale perchè continuo a scriverlo ovunque, una vera smart home deve essere autonoma e seguirti secondo le TUE esigenze. E’ la casa che deve essere in grado di avvisarti (in caso di necessità) e non sei tu che devi controllarla!

La maggior parte dei nostri Committenti sono professionisti ed imprenditori… secondo te, hanno tempo da perdere per “controllare” la loro casa?

La vera Smart Home funziona su 3 principi fondamentali:

  1. Tutto quello che viene utilizzato almeno 1 volta al giorno deve essere fatto nel modo più facile e naturale possibile, da chiunque, bambini ed anziani compresi. Cosa c’è di più intuitivo di un pulsante fisico? Ad esempio:
    • modificare l’illuminazione,
    • accendere o spegnere la musica ed alzare/abbassare il volume,
    • mettere in “sicurezza” la casa
  2. Tutto quello che non vogliamo (o non possiamo) influenzare deve essere fatto automaticamente. Ad esempio:
    • gestire l’ombreggiatura,
    • mantenere la temperatura desiderata,
    • monitorare gli allarmi,
    • ridurre i consumi, ecc…
  3. Tutte le impostazioni e gli altri controlli possono essere fatti attraverso una semplice interfaccia grafica, come ad esempio una pagina web o un’app di uno Smartphone (o di un tablet).

Per provarti che quello che sto dicendo è tutto vero, questa è la versione “Smart” dell’appartamento.

Molto semplice vero? In generale, tutto quello che serve, è una pulsantiera di comando ed un sensore di movimento per stanza. Infatti qui sotto puoi vedere com’è la parete di ingresso che prima era “mitragliata” di scatole e “strapiena” di tubazioni. Adesso è praticamente vuota!

Come vedi è sparita un bel po’ di roba… ma adesso come si fa a gestire tutte quello c’è? La cosa è molto più semplice di come sembra… adesso c’è il pilota automatico!

Partiamo da alcune cose semplici, come l’illuminazione.

Con un impianto tradizionale tutti i circuiti luce dovrebbero essere gestiti singolarmente, uno per uno, ciascuno con il proprio tasto fisico (interruttore, deviatore, ecc…). Ricordi l’immagine della parete tradizionale visto prima? Il tasto 1 accende la luce 1, il tasto 2 la luce 2, ecc…

Con l’impianto domotico, oltre alla gestione singola come quello tradizionale, avresti anche la possibilità di attivare degli scenari, quindi accendere delle luci e spegnerne altre, a seconda di come è programmato (o impostato).

Già, gli scenari, quelle atmosfere luminose che seguono una determinata situazione durante la giornata che si trascorre in casa. Hai notato che le azioni che si fanno durante l’arco della giornata sono quasi sempre ripetitive? Da quando ti alzi al mattino fino a quando vai a dormire, nel 99% dei casi, fai sempre le stesse cose!

In una Smart Home, non si ragiona più per circuiti singoli, ma direttamente con gli scenari.

Voglio farti degli esempi di alcune situazioni che possono accadere durante una giornata. Per non dilungarmi ancora di più, rimango nel contesto della sola zona living. Ovviamente non riguarderanno solo l’illuminazione ma tutto ciò che è presente.

SITUAZIONE A) Sono le 3 di notte. Siccome la cena di ieri sera è stata particolarmente saporita, hai bisogno di bere un po’ d’acqua. Probabilmente come la maggior parte delle persone, quando sei nello stato di dormiveglia, non ami essere abbagliato dalla luce diretta come se fossi un criminale durante un interrogatorio. La soluzione potrebbe essere quella di accendere la luce segnapasso (o notturna) n.8. E pensa un po’…è stata messa li apposta proprio per questo motivo!

  • Con l’impianto tradizionale per accendere la luce notturna, devi trovare subito il tasto 8 nella pulsantiera di comando A, pena luci a pieno giorno come un derby allo stadio!
  • Con l’impianto domotico sei nella stessa condizione. In alternativa, se fosse previsto uno scenario “luci notturne” che accende determinati punti luce, potresti premere quel tasto. TI RICORDI DOV’ERA? Non penso che appena alzato il tuo primo pensiero sia trovare il tasto giusto, ma quello di ingerire la maggior parte di acqua fresca.
    • Mi riallaccio velocemente al discorso fatto prima sulla grandezza delle pulsantiere. Se ci fossero più scenari, sarebbero necessari più tasti il che complicherebbe ancora di più la possibilità di trovare quello giusto nella condizione di “zombie”. L’alternativa alla mega-pulsantiera sarebbe quella di usare il touchscreen o il tablet. Dubito che ci sia lo scenario luci notturne sulla pagina principale, quindi dovresti anche cercarlo nei vari menù. Vista l’ora, hai la lucidità di ricordare dov’è questo comando? Io non sarei capace… o forse si perchè appena si tocca lo schermo, l’illuminazione del display mi sveglierebbe all’improvviso. E che cazzo…tanto valeva accendere una luce qualsiasi!
  • In una Smart home, appena varchi la porta della zona giorno, ti ricordo sempre alle 3 di notte, e ti dirigi verso la cucina, automaticamente si accenderà la luce notturna presente nella pulsantiera di comando D che forse è meglio della luce che farebbe il circuito 8 più lontano dalla tua zona di interesse. In alternativa, potrebbe accendersi la striscia del circuito 7 ad una intensità del 5% e di colore blu (che gli esperti dicono non alteri lo stato del dormiveglia) oppure il circuito 6 sempre al minino (2/3 %) per non disturbarti, o ancora tutte e due, oppure un’altra opzione ancora. Sei tu che avrai deciso preventivamente cosa si dovrà accendere al tuo passaggio di notte e potrai modificarlo quando vorrai (magari di giorno che ne dici?).
    • Se guardi bene la planimetria e la parete dell’ingresso della parte Smart Home ti accorgerai infatti che il circuito 8 non c’è più!. Soldi risparmiati sia del segnapasso LED, della sua scatola da incasso, dell’alimentatore (che è sempre un casino trovargli il posto) ma anche scatola di derivazione o quadro elettrico più piccolo (di solito i trasformatori si infilano qui dentro) e di conseguenza, tubazioni, cavi e tutte le opere murarie che ne conseguono. E pensa…è solo una luce notturna che hai già GRATIS (e puoi modificare) con il resto che c’è gia!

Mi sono dimenticato una cosa… per arrivare nella zona giorno, visto che non esiste ancora il teletrasporto, dovrai aver fatto le stesse azioni, ovvero cercare il tasto di accensione delle luci notturne, sia nella camera da letto che nel corridoio. Nella Smart Home invece, no. Devi solo alzarti dal letto ed arrivare al frigor! Sarà tutto automatizzato!

SITUAZIONE B) Al mattino, quando varchi la porta che arriva dalla zona notte, la prima cosa da fare è accendere le luci per poi tirare su le tapparelle. Se non accendessi le luci potresti sbattere il mignolo del piede contro il tavolo o il divano e in questo casa si che saranno dolori! Questa situazione sembra molto simile all’ipotesi “A” appena vista. Una volta trovato il tasto ed accesa la luce:

  • Con l’impianto tradizionale devi prima arrivare ad una delle due pulsantiere B o C, mantenere premuto il tasto che apre la tapparella e successivamente spostarti sull’altra pulsantiera (C o B) per alzare l’altra tapparella. Dopo circa 5 minuti, le due tapparelle saranno aperte. Ricordi la storia assurda di alzarti mezz’ora prima che ti ho descritto all’inizio dell’articolo? Esatto parte proprio da queste tapparelle…
  • Con l’impianto domotico sei nella stessa condizione dell’impianto tradizionale. Anche qui, come per l’illuminazione, ti posso dire che se hai un doppio pulsante (su e giu), ad esempio nella pulsantiera A, con associato lo scenario che alza ed abbassa solo le tapparelle della zona giorno, vuol dire che hai una pulsantiera ancora più grossa e con più tasti di quella di prima. E devi sempre stare attento a non sbagliare tasto…
  • In una Smart Home, quando arrivi nella zona living le tapparelle saranno già su e ci sarà anche la tua musica preferita al volume che volevi! Non devi arrivare da nessuna parte e non devi premere nessun tasto! E pensa un po’…hai anche risparmiato sull’accensione della luce!

SITUAZIONE C) La giornata di lavoro è finita ed il sole sta tramontando. E’ sera ed è quasi ora di cena. Hai già parcheggiato e sei quasi arrivato in casa.

  • Sia con un impianto tradizionale che con un impianto domotico, la luce E1 sarà già accesa. Per fortuna, almeno il crepuscolare serve a qualcosa! Appoggi i sacchetti della spesa per terra, cerchi le chiavi per entrare (nelle tasche della giacca o nella borsa a seconda dei casi), apri la porta. Hai 30 secondi per disattivare l’allarme, 29, 28, 27… i bambini scappano in giro correndo e gridando. Molli i sacchetti per terra con la speranza di non aver rotto le uova…. 21, 20 cerchi velocemente di accendere una luce che ti permetta di vedere la tastiera per evitare che l’allarme suoni e disturbi i vicini. Appena in tempo… adesso puoi richiudere la porta. Vai ad accendere la luce della cucina (6), poi torni indietro per tirare su i sacchetti così puoi mettere via la spesa (in particolare i surgelati).
  • In una Smart Home, potrebbe essere sufficiente allungare una mano e chiudere la porta con un “tacco”. Tutte le luci fino in cucina saranno già accese, la porta d’ingresso aperta e l’antifurto disinserito. Tu pensa alla spesa… al resto ci pensa la tua casa!

Vuoi che aggiunga anche la pioggia per rendere più “interessante” la cosa?

Adesso non posso spiegarti tutto perchè questo articolo è già abbastanza lungo. Magari in un altro.

Cosa?!? Sei stupito che la porta si apra senza chiavi? Ma se la funzione “keyless” ce l’ha pure la Dacia, vuoi che non ci sia in una Smart Home!

SITUAZIONE D) Quando hai finito di sistemare la spesa ed i bambini, ti sei messo/a comodo/a puoi cominciare a preparare la cena. Ti sei ricordato di spegnere la luce dell’ingresso? Non sarà ancora accesa perchè eri preoccupato per i surgelati vero? E quella del corridoio? E’ importante risparmiare energia e se hai un impianto tradizionale o domotico devi ricordarti di spegnere le luci!

Bene, adesso puoi accendere la luce 7 e preparare la cena. Non vuoi un po’ di musica di sottofondo a farti compagnia? Allora accendi anche quella!

Tutti a tavola è pronto! Adesso spegni la luce 7 ed accendi la 5.

Finito di cenare, spegni la 5, la 6 e la musica così puoi andare a gustarti un bel film in soggiorno.

Accendi le luci 1, 2, 3 e 4 in modo che possano creare l’atmosfera (o scenario) film e dai inizio alla serata. Se avessi un impianto domotico (e fosse disponibile) potresti premere il tasto scenario desisderato.

Solo nella “Situazione D”, quindi non considerando le azioni di accensione di quelle precedenti sei a quota 11 comandi manuali. In una Smart Home sarebbero state 3!

Cosa succederebbe se volessi andare a fumarti una sigaretta sul terrazzo? Semplice, apri la finestra, premi il tasto per alzare la tapparella ed accendi la luce esterna (E2). Una  volta finito, torni dentro, spegni la luce ed abbassi la tapparella. Totale 4 azioni manuali. In una Smart Home sarebbero state ZERO! Si esatto ZERO! Incredibile vero?

Questo non è l’articolo giusto per spiegare come si fa… per il momento sappi solo che è così e si può veramente fare!

Cosa ti ricorda questa immagine?

Come già anticipato in questo articolo, la Smart Home è l’evoluzione della domotica che a sua volta lo è dell’impianto elettrico tradizionale.

Le scimmie si appendono alle liane per andare avanti nel loro percorso, muovendosi in una determinata direzione. Questa è la stessa cosa che fanno le persone “più primitive” con un impianto tradizionale. Escono da una stanza e cercano un “appiglio” per spegnere la luce, poi fanno un passo e ne cercano un altro per spegnerla ed accenderla un altra, fino a quando non arrivano nella stanza desiderata, soprattutto quando ci sono stanze di passaggio come disimpegni e corridoi.

Tarzan anche se più evoluto di una scimmia, si basa sullo stesso principio. Questo è il paragone con un impianto domotico.

Le persone evolute e moderne, non hanno bisogno di appoggiarsi da una parete all’altra per arrivare a destinazione!

In un anno, in una a vera Smart Home, è stato calcolato che si risparmiano tra le 50000 e le 55000  attivazioni manuali!

… e non ti ho ancora detto come si chiudono tutte le tapparelle (o altre motorizzazioni), come si spengono tutte le luci e la musica in tutte le stanze oltre ad attivare anche l’antifurto senza usare né la tastiera fisica né quella dello smartphone. Vuoi proprio saperlo?

Lo so che non ci crederai… ma basta un clic!

Alla prossima

Fabio

FabioUna vera Smart Home