Leggenda #7 – Dipendi sempre da qualcuno

Più che una leggenda o una scusa, questa è una lecita obiezione di un possibile Committente, nonchè una dura critica per chi è dall’altra parte.

Come già detto in questo blog, il grosso problema della domotica è che è diventato un business alla portata di tutti ed entrarci è facile come coltivare l’erbaccia cattiva. Arrivata sul terreno per chissà quale evento, con poche gocce d’acqua e qualche raggio di sole, non solo cresce da sola e senza alcun tipo di attenzione, ma si estende a macchia d’olio fino a quando qualcuno non riesce ad estirparla con tutte le radici.

Il problema è che però dopo un po’ ricresce….

Chiunque può contribuire ad allargare e trasformare (in peggio) il mondo della domotica: produttori, progettisti, installatori e programmatori in primis per poi continuare con venditori, grossisti, system integrator, associazioni, community, gruppi fisici e sui social, scuole, università, soci che si separano, dipendenti che si mettono in proprio, spin-off di aziende e chi più ne ha più ne metta, per concludere poi con i politici (già, perchè il business parte dall’alto!).

Ognuno di loro, aggiungendo la propria idea o modo di fare, non fa nient’altro che aumentare l’entropia di questo mercato già criticamente saturo. Il risultato è quello di confondere ancora di più le idee alle persone che invece dovrebbero solo goderne i vantaggi, ovvero i Committenti finali!

Se le associazioni, o almeno i produttori, fornissero delle linee guida su come garantire il sicuro funzionamento di un impianto, questa opposizione non ci sarebbe.

Ma cerchiamo di capire come nasce e perché continua ad esistere.

Durante gli incontri con i Committenti capita spesso che sorgano dubbi e questioni a proposito e le domande più frequenti che vengono fatte sono queste:

  1. Come faccio io se poi decide di trasferirsi in Messico o in Australia?
  2. Dove trovo i pezzi di ricambio se l’azienda produttrice chiude o va in fallimento?
  3. E se avessi la necessità di modificare o aggiungere qualcosa e tra di noi le cose fossero andate male? Di matrimonio me ne basta uno (ed avanza)…

Professionalmente parlando, non me la sentirei mai di abbandonare, nel bene e nel male, un cliente, anche se ci fossero stati degli inconvenienti tra noi. Durante i lavori in cantiere è possibile che qualcuno ogni tanto perda le staffe anche se quasi mai per colpa mia/nostra, Ma, se in quel momento sono io a trovarmi nel posto e nel momento sbagliato, non potrò far altro che sorbirmi il “cazziatone”.

Molto spesso dobbiamo risolvere anche i problemi degli altri o dare un contributo per trovare una via di uscita soprattutto se c’è qualcosa di tecnico. Ovviamente tutto “aggratiss” e quindi in termini di guadagno/tempo, il grafico non può essere che in discesa. Ma torniamo a noi ed alle nostre domande…

Un normale “installatore” che utilizza un sistema poco conosciuto dovrebbe guardarsi bene nel rispondere:”cazzi tuoi, non hai alternative se non smontare e rifare tutto!” Il guaio non è che potrebbe anche farlo, soprattutto a lavori ultimati, ma che mi è già stato riferito da qualche Committente!

Ma un programmatore, un progettista, un’associazione cosa dovrebbe rispondere? Come dovrebbe comportarsi? E soprattutto, nei lavori/impianti in cui sono previste più figure autonome ed indipendenti, a quali queste domande andrebbero rivolte ed a chi?

Se hai un direttore dei lavori potrai rivolgerti direttamente a lui per indagare e trovare una risposta. In alternativa, dovrai fare direttamente e personalmente il giro di tutti gli “attori” presenti sulla scena.

Il controsenso

La cosa più importante che ho dimenticato di dirti, perchè ingenuamente la davo per scontato, è: “hai notato che cosa hanno in comune queste ultime tre domande?” Se la risposta è no, te la dico subito io.

Tutte e tre fanno riferimento alla paura del Committente di essere “abbandonato” dalla persona in cui ha riposto la sua fiducia. Ma la contestazione iniziale non era proprio quella di “dipendere” da qualcuno? Certo che la mente umana è proprio strana…

Scommetto che se anche tu stai valutando di realizzare un impianto domotico, ti sarai sicuramente fatto la stessa domanda. Se invece lo stai già realizzando, starai ripensando alle risposte che “i tecnici” ti hanno dato.

Prova a riflettere su questo:

Invece dell’impianto domotico, prova a “girare la cosa” su un altro normalissimo impianto o sistema. Quello elettrico, di allarme, della videosorveglianza, di distribuzione della musica, l’home cinema, ecc… ecc…

Saresti ugualmente preoccupato se il “tuo” elettricista, impiantista, tecnico, ecc… andasse fuori dalle palle, magari per sempre a vivere su una spiaggia tropicale e non tornerebbe mai più indietro? Non penso proprio, su internet o l’elenco telefonico cartaceo troveresti sicuramente un valido sostituto.

Forse la tua paura di dipendenza è relativa al fatto che sarai costretto a fare manutenzioni programmate ogni anno? Non preoccuparti… anche questa leggenda è stata sfatata!

La stessa cosa vale anche per la domotica, però solo nel caso che “il tuo domotico” ti abbia dato delle “buone carte” da giocare. Ovviamente sto parlando di progetto, schemi e configurazioni varie che potrebbero essere utili in caso di guasti o modifiche e lui non ci fosse più. Tocchiamoci che è meglio…

I soliti consigli

Se posso permettermi di darti qualche consiglio, prima di affidare l’impianto al primo domotico che passa per strada, tieni in considerazione questi punti:

Incarichi professionali

  • Cerca di avere il minor numero possibile di interlocutori, non nel senso di persone con cui parlare. Sto parlando proprio di professionisti, aziende, artigiani, installatori, programmatori ed integratori con cui lavorare. Troppe teste che ragionano o troppi passaggi tra la tua idea e quella di chi dovrebbe realizzarla, portano quasi sempre alla conclusione di non vederla realizzata. In più, se ci fosse qualche problema, non troveresti mai un colpevole perché verresti rimbalzato da uno all’altro come una pallina in un flipper.

Dispositivi

  • Assicurati che ti propongano (ed installino) prodotti di qualità di aziende conosciute a livello nazionale o che facciano parte di un’associazione a livello europeo. Il sistema proprietario “Ambrös” realizzato per le abitazioni di Milano non è uno di questi. In questo modo potresti recuperare almeno i ricambi necessari.

Installazione

  • Verifica i collegamenti all’interno di quadri elettrici, rack tecnici, dietro le TV e in prossimità degli altri dispositivi. Non da un punto di vista funzionale (il che è palese se le cose funzionano) ma dal punto di vista dell’ordine. Non solo per estetica, ma perché dei cavi ben raggruppati, posizionati e fissati sono indice di ordine mentale, quindi precisione e conseguente garanzia di funzionamento. Cavi senza etichette di riconoscimento o apparecchiature ammassate rappresentano solo il voler finire in fretta e non avere cura (e passione) per il proprio lavoro. Lo so, le fascette costano…

Progetto

  • Fatti rilasciare il maggior numero possibile di disegni, schemi, dettagli e quanto altro concerne il progetto definitivo. Assicurati che rispecchi esattamente l’impianto al momento del collaudo, ovvero che siano aggiornati. Possibilmente che almeno le planimetrie siano su fogli di formato A3 e che siano puliti e ben leggibili. Gli appunti scritti sul cartone trovato in mezzo alla polvere in cantiere, sul blocco degli appunti con i fogli a quadretti comprato al supermercato, o sulla carta del panino con il salame con evidenti macchie di olio/grasso non sono indice di professionalità e “garanzia”.

Configurazione

  • Se non viene fatto spontaneamente, chiedi oltre alla “carta”, anche il software o la configurazione utilizzata per la programmazione del tuo impianto. Potrebbero esserti utili non solo come backup ma anche se il tuo tecnico risultasse “desaparecidos”. Se per motivi di licenza (copyright) non ti possono essere forniti, accertati che queste informazioni siano riportate nel contratto firmato prima di deliberare i lavori. Ogni altro tipo di resistenza è indubbiamente vincolante o sinonimo di volerti fregare. Eventualmente concorda un’indennità preventiva in quanto le informazioni ricevute e scritte sul contratto non sono state chiare.

Garanzia

  • Anche se il lavoro è fatto a regola d’arte, trattieni una piccola parte (circa il 10%) dell’ importo concordato fino ad un massimo di 60 giorni. Serve come garanzia per qualche difetto riscontrato dopo il collaudo (a meno che la garanzia non copra anche quelli per almeno il tempo indicato). Una svista capita a tutti, ma non approfittare di questo fatto per ritardare o non effettuare il pagamento finale. Qualsiasi cosa accadrà potrebbe essere usata contro di te!

Secondo me il vero problema è il contrario. Un Committente che si abitua alla domotica non sarebbe più capace di vivere senza!

Alla prossima

Fabio

FabioLeggenda #7 – Dipendi sempre da qualcuno