Questa pagina contiene le spiegazioni relative alla sezione SUPERVISIONE E CONTROLLO presente nella guida
“La domotica fa schifo se non sai come farla!”
Supervisione e controllo per gli impianti previsti
Ad oggi la domotica è intesa come la possibilità di comandare e controllare gli impianti ed i sistemi presenti all’interno della propria abitazione da dispositivi come smartphone e tablet, sopratutto da “remoto”, ovvero “fuori casa”. Nulla vieta di fare lo stesso anche in “locale”, ovvero da “dentro casa” con un PC, un touchscreen oppure lo stesso smartphone o tablet… questa è la comodità di avere un’abitazione moderna!
Tipologia del sistema di supervisione
Il sistema di supervisione, oggi, è inteso come lo “smartphone” o il “tablet” in grado di controllare e comandare i vari impianti. Questo è vero, ma solo in parte, perchè in ogni caso, il “supervisione” è un vero e proprio sistema complesso composto da diversi parti, ovvero:
- uno o più programmi che con le proprie caratteristiche grafiche e funzionali vengono caricati (installati) all’interno delle interfacce o dei dispositivi e sono in grado di trasformare la volantà dell’utilizzatore in comandi o i dati ricevuti dagli impianti in feedback. Per semplicità un programma completo della sua grafica verrà chiamato applicazione o app.
L’applicazione sarà rappresentata dal simbolo “triangolo”
- uno o più dispositivi come ad esempio touchscreen, tablet, PC, ecc… che consentono all’utente di inviare i comandi desiderati e visualizzare i feedback in seguito ad una azione o ad un evento dell’impianto.
Il dispositivo sarà rappresentato dal simbolo “rombo”
- una o più unità di controllo (con eventuali suoi sottoelementi) che trasformano i comandi in azioni e gli eventi in feedback (o retroazioni). Per semplicità l’unità di controllo verrà chiamata interfaccia.
L’interfaccia sarà rappresentata dal simbolo “quadrato”
Ovviamente saranno presenti anche gli impianti che con tutti i loro elementi come quelli visti fino ad ora come ad esempio l’allarme scasso, l’illuminazione, l’home cinema ecc… sono i veri esecutori materiali delle azioni (ad esempio accendere una luce) e segnalatori di eventi (ad esempio la rilevazione di un movimento) che il committente desidera…altrimenti a cosa serve il sistema di supervisione?
L’impianto sarà rappresentato dal simbolo “cerchio”
Per comprendere meglio le funzionalità di questi elementi, di seguito trovi un esempio pratico che potrebbe essere quelle di “un utilizzatore che accende una lampadina con lo smartphone”. I passi che verranno eseguiti saranno:
- l’utilizzatore apre un’applicazione (programma) sul suo dispositivo (smartphone)
- l’utilizzatore preme l’icona grafica della lampadina che vuole accendere. La pressione della lampadina genera un comando
- il comando viene inviato dal dispositivo verso l’interfaccia
- l’interfaccia riconosce ed interpreta il comando ricevuto ed a sua volta decide a quale impianto e verso quale suo componente inviarlo
- l’impianto, una volta ricevuto il comando, esegue l’azione richiesta ovvero chiudere il relè del circuito che accende la lampadina.
La procedura eseguita ne genera automaticamente un’altra:
- il relè che si è chiuso e quindi (dovrebbe) aver acceso la lampadina, genera un evento nell’impianto a cui è collegato
- l’impianto comunica all’interfaccia che il relè si è chiuso ed ha acceso la lampadina (forse, se non è bruciata…)
- l’interfaccia riceve la comunicazione dall’impianto e la trasmette a sua volta al dispositivo (smartphone)
- il dispositivo comunica all’applicazione di far sapere all’utilizzatore che la procedura del comando desiderato è stata completata
- l’applicazione modifica lo stato (in genere il colore) della lampadina che era stata premuta, in modo che l’utilizzatore abbia un “feedback” (in questo caso visivo) che la sua richiesta è stata elaborata.
Questo esempio indica chiaramente che lo smartphone, il tablet o qualsiasi altro dispositivo da solo non può comandare niente… (nessun sistema o impianto)!
!! ATTENZIONE !!
Se ricevete un’offerta ad esempio di un impianto BUS per il controllo dell’illuminazione, delle tapparelle, ecc… completo di touch screen (che di solito è uno di tipo fisso a parete indipendentemente dalla sua grandezza) e chiedete di sostituirlo con un tablet (tipicamente un Apple iPad), fate particolare attenzione che nella variante dell’offerta (o offerta supplementare) siano presenti:
- una base di carica per l’pad (se necessaria l’installazione a parete)
- un iPad (se eventualmente si vuole fornire un nuovo dispositivo)
- una interfaccia IP di comunicazione con il sistema BUS (come minimo) con relativo costo di installazione, configurazione e programmazione
- una interfaccia di supervisione (se non fosse già integrata in quella di comunicazione con il BUS) con relativo costo di installazione configurazione e programmazione
- una licenza software (nel caso non fosse già compresa all’interno dell’interfaccia di supervisione o di comunicazione con il BUS)
- una o più antenne WiFi (a seconda della tipologia della proprietà del Committente) correttamente configurate ed installate
- un router, di qualsiasi marca e modello, eventualmente anche senza l’abbonamento internet fornito da un provider ma, in questo caso, il dispositivo è fondamentale che ci sia e sia ben configurato
- l’installazione di tutto quanto qui sopra…
… in caso contrario l’iPad funzionerà solamente come una semplice e normale cornice portafoto digitale, dato che non avrà la possibilità, ne di collegarsi ad internet ne tantomeno all’impianto BUS. Se l’idea del Committente era quella di avere un iPad per controllare e comandare la sua abitazione, dovrà sicuramente far fronte al portafoglio per aggiungere il costo indispensabile per far interfacciare l’ipad all’impianto, che a questo punto avrà sicuramente superato il suo budget con conseguente in..zzatura!!!
a) 1 app 1 dispostivo 1 interfaccia + impianti
Con una sola app installata su un dispositivo, si controlla e gestisce una sola interfaccia che integra e fa comunicare tra loro tutti gli impianti autonomi e non*.
Schema a blocchi rappresentativo del sistema di supervisione tipo “A”
(eventuali dispositivi aggiuntivi sono rappresentati tratteggiati in colore azzurro)
Esempio di due APP per tablet per il controllo integrato di tutti gli impianti con relativa grafica
Il punto principale dei sistemi di supervisione di tipo “A” è l’interfaccia.
Vantaggi:
- A seconda del prodotto utilizzato, in genere è possibile personalizzare l’interfaccia sia nella parte grafica (icone, testi, colori, ecc…) installata nei dispositivi, che in quella software (funzioni, tipologia di comando ed interazione tra i diversi impianti, ecc…) presente all’interno dell’interfaccia.
- Possono essere presenti più dispositivi, anche di diversa tipologia. Ciascun dispositivo, con la propria app installata, può essere limitato per la tipologia di controlli che può effettuare in una specifica zona o per i comandi a cui l’utilizzatore può accedere. ESEMPIO: Oltre al tablet del Committente che ha un controllo generale, allo stesso sistema di supervisione sono collegati anche 2 smartphone dei ragazzi, ciascuno dei quali ha la sola possibilità di comandare tutti gli impianti presenti nella propria stanza.
Limiti del sistema:
- In linea teorica nessun limite. Si può paragonare un’interfaccia di questo tipo ad un foglio bianco dove è possibile scrivere o disegnare qualsiasi cosa.
* Un impianto autonomo è un impianto che non dipende strettamente dal sistema di supervisione per poter funzionare. Lo stesso impianto può essere sia autonomo che non a seconda di come è stato progettato e sviluppato. ESEMPIO:
- Impianto di illuminazione autonomo: Sono presenti molti tasti fisici per accendere e spegnere un circuito luce secondo la volontà di una persona. L’eventuale sistema di supervisione replica la stessa volontà dell’utente di accensione o spegnimento se e solo viene premuto un tasto virtuale sul dispositivo (icona a forma di lampadina).
- Impianto di illuminazione non autonomo: Sono scarsamente presenti dei tasti fisici e l’accensione e lo spegnimento dei circuiti avviene per mezzo della presenza o del movimento di una persona, accentuati anche dalla presenza di luce naturale o meno. E’ il sistema di supervisione che gestisce l’accensione e l’eventuale intensità luminosa di ogni circuito in base ai dati che riceve dai sensori in campo. Solo dopo un determinato tempo di inattività dei sensori, il sistema di supervisione decide autonomamente di spegnere i circuiti precedentemente accesi. Esistono comunque dei tasti di “emergenza” manuale in caso di problemi di funzionamento del sistema di supervisione.
b) + app 1 dispostivo + interfacce + impianti
Rispetto alla versione “a”, in questa soluzione ci sono più app installate su un dispositivo, ognuna delle quali controlla la propria interfaccia che a sua volta gestisce ed eventualmente integra tra loro, tutti gli impianti autonomi e non, ad essa collegati.
Schema a blocchi rappresentativo del sistema di supervisione tipo “B”
(eventuali dispositivi aggiuntivi sono rappresentati tratteggiati in colore azzurro)
Esempi di APP per smartphone ognuna delle quali controlla il proprio impianto o sistema, in genere con la propria grafica (arancione videosorveglianza, azzurro videocitofono, rosso impianto elettrico BUS)
Il punto principale dei sistemi di supervisione di tipo “B” è il dispositivo.
Vantaggi:
- Soluzione più economica rispetto al sistema di supervisione di tipo “A” in quanto non è presente l’interfaccia generale di comunicazione tra i diversi impianti e della relativa programmazione software/grafica.
Limiti:
- Nessun tipo di personalizzazione o limitate dall’azienda produttrice (ad esempio set di icone, testi e colori prestabiliti, ordine e grandezza di visualizzazione, tipologia di comandi e funzioni preimpostate, disposizione grafica, ecc…).
- Nessuna interazione tra gli impianti se non aggiungendo schede o dispositivi di ingresso, uscita di un’eventuale impianto ed effettuando dei collegamenti fisici. Le interazioni non sono modificabili se non con una nuova programmazione o un nuovo cablaggio fisico.
- Eventuali modifiche richiedono quasi sempre l’intervento di una persona con conseguente costo di manutenzione e nuovi dispositivi / apparecchiature.
* Un impianto autonomo è un impianto che non dipende strettamente dal sistema di supervisione per poter funzionare. Lo stesso impianto può essere sia autonomo che non a seconda di come è stato progettato e sviluppato. ESEMPIO:
- Impianto di illuminazione autonomo: Sono presenti molti tasti fisici per accendere e spegnere un circuito luce secondo la volontà di una persona. L’eventuale sistema di supervisione replica la stessa volontà dell’utente di accensione o spegnimento se e solo viene premuto un tasto virtuale sul dispositivo (icona a forma di lampadina).
- Impianto di illuminazione non autonomo: Sono scarsamente presenti dei tasti fisici e l’accensione e lo spegnimento dei circuiti avviene per mezzo della presenza o del movimento di una persona, accentuati anche dalla presenza di luce naturale o meno. E’ il sistema di supervisione che gestisce l’accensione e l’eventuale intensità luminosa di ogni circuito in base ai dati che riceve dai sensori in campo. Solo dopo un determinato tempo di inattività dei sensori, il sistema di supervisione decide autonomamente di spegnere i circuiti precedentemente accesi. Esistono comunque dei tasti di “emergenza” manuale in caso di problemi di funzionamento del sistema di supervisione.
c) + app + dispostivi + interfacce + impianti
La soluzione “C” è molto simile alla soluzione “B”, praticamente una sua estensione. Invece di integrare diverse “APP” in un solo dispostiivo, sono presenti più dispositivi, spesso diversi tra loro, ciascuno con il proprio software o APP installata, ognuno dei quali gestisce ed eventualmente integra tra loro, tutti i propri impianti autonomi e non.
Schema a blocchi rappresentativo dei sistemi di supervisione indipendenti di tipo “C”
(eventuali dispositivi aggiuntivi sono rappresentati tratteggiati in colore azzurro)
Touchscreen fisso per il controllo dell’impianto elettrico (illuminazione, tapparelle, clima, ecc…). In ROSSO rispetto allo schema a blocchi
Smartphone per il controllo, ad esempio dell’impianto videocitofono e dell’allarme scasso. In BLU e GRIGIO rispetto allo schema a blocchi
Telecomando touchscreen Wi-Fi per il controllo dell’Home Cinema e di tutte le sorgenti collegate (DVD, decoder satellitare, beamer, amplificatore, ecc…). In ROSA rispetto allo schema a blocchi
Nel sistema di supervisione di tipo “C” non esiste un punto principale in quanto tutti gli impianti sono considerati diversi ed indipendenti tra loro.
Vantaggi:
- Soluzione più economica rispetto al sistema di supervisione di tipo “A” in quanto non è presente l’interfaccia generale di comunicazione tra i diversi impianti e della relativa programmazione software/grafica.
Limiti:
- Nessun tipo di personalizzazione o limitate dall’azienda produttrice (ad esempio set di icone, testi e colori prestabiliti, ordine e grandezza di visualizzazione, tipologia di comandi e funzioni preimpostate, disposizione grafica, ecc…).
- Nessuna interazione tra gli impianti se non aggiungendo schede o dispositivi di ingresso, uscita di un’eventuale impianto ed effettuando dei collegamenti fisici. Le interazioni non sono modificabili se non con una nuova programmazione o un nuovo cablaggio fisico.
- Eventuali modifiche richiedono quasi sempre l’intervento di una persona con conseguente costo di manutenzione e nuovi dispositivi / apparecchiature.
* Un impianto autonomo è un impianto che non dipende strettamente dal sistema di supervisione per poter funzionare. Lo stesso impianto può essere sia autonomo che non a seconda di come è stato progettato e sviluppato. ESEMPIO:
- Impianto di illuminazione autonomo: Sono presenti molti tasti fisici per accendere e spegnere un circuito luce secondo la volontà di una persona. L’eventuale sistema di supervisione replica la stessa volontà dell’utente di accensione o spegnimento se e solo viene premuto un tasto virtuale sul dispositivo (icona a forma di lampadina).
- Impianto di illuminazione non autonomo: Sono scarsamente presenti dei tasti fisici e l’accensione e lo spegnimento dei circuiti avviene per mezzo della presenza o del movimento di una persona, accentuati anche dalla presenza di luce naturale o meno. E’ il sistema di supervisione che gestisce l’accensione e l’eventuale intensità luminosa di ogni circuito in base ai dati che riceve dai sensori in campo. Solo dopo un determinato tempo di inattività dei sensori, il sistema di supervisione decide autonomamente di spegnere i circuiti precedentemente accesi. Esistono comunque dei tasti di “emergenza” manuale in caso di problemi di funzionamento del sistema di supervisione.
Tipologia di interazione con il sistema di supervisione
Con “Interazione con il sistema di supervisione” si intende come il Committente ed eventuali familiari, intendono utilizzare ed interagire con l’impianto “domotico”.
1) Comando degli impianti con monitoring dello stato
Questo tipo di interazione è la soluzione di base. Ad ogni tasto, bottone o icona è associata una sola funzione, ben precisa e chiaramente identificata, indipendentemente da quale essa sia. Con funzione è intesa un’azione composta da uno o più comandi. Alcuni esempi di funzioni sono:
- una icona a forma di lampadina accende un circuito luce
- un tasto con la scritta ON accende la musica in camera
- uno slider regola la temperatura della palestra
- il bottone con la scritta VIDEO accende tutto l’impianto Home Cinema, ovvero abbassa il telo, accende il beamer, spegne l’illuminazione, chiude i rolladen, accende l’amplificatore ed accende la sorgente preferita sul canale o video preferito.
Dal punto di vista del “monitoring”, accedendo ad una applicazione o ad una pagina del touchscreen, è possibile sapere lo stato dei rolladen, dei sensori dell’allarme scasso, vedere le telecamere, ecc…
Sistema di supervisione previsto: questo tipo di interazione è tipica del sistema di supervisione del tipo “B” (+ app 1 dispostivo + interfacce + impianti) o “C” (+ app + dispostivi + interfacce + impianti) ma è ovviamente adattabile anche al sistema più performante di tipo “A”.
A chi è adatto: il tipico Committente è un professionista “non tecnico” che ama ed utilizza la tecnologia limitatamente a smartphone, tablet ed a PC o Mac per quando riguarda il proprio lavoro, ma nonostante questo vuole avere sempre tutta la situazione sotto controllo in modo facile, veloce e sopratutto a portano di mano.
Termine di paragone: in ambito automobilistico questo sistema di supervisione è paragonabile ad un’auto di medio/alto livello, tipicamente ad una berlina o un SUV completa di tutti gli “automatismi elettronici” necessari per aumentare il comfort ed il benessere dei passeggeri. Il sistema (auto) non prende nessuna iniziativa personale, quindi è indifferente da eventuali “eventi esterni”.
2) Interazione tra gli impianti semplice
Il sistema gestisce gli input ricevuti ed esegue autonomamente le istruzioni prestabilite.
Oltre ad avere a disposizione tutti i comandi della versione “1”, questa tipo di interazione, fa in modo che l’utente possa far comunicare i diversi impianti tra loro, in modo semplice, rendendo praticamente la casa “automatica” attraverso tutti gli input dei sensori o dei comandi preferiti dall’utente. Così facendo, il normale sensore crepuscolare, non solo fa delle semplici funzioni di accensione o spegnimento dell’illuminazione in funzione della luce esterna, ma potrebbe attivare altri comandi di sistemi ed impianti diversi.
Per utilizzare dei termini comuni a tutti, gli “scenari” che in questo caso comprendono tutti gli impianti e non solo l’illuminazione, possono essere attivati automaticamente da un sensore ambientale o direttamente dall’utente.
Sistema di supervisione previsto: questo tipo di interazione è tipica del sistema di supervisione del tipo “A” (1 app 1 dispostivo 1 interfaccia + impianti) ma anche nei sistemi di tipo “B” limitatamente all’interfaccia che gestisce più impianti (tipico esempio impianto elettrico con BUS che comprende illuminazione, motorizzazioni e climatizzazione).
A chi è adatto: il tipico Committente è un professionista “tecnico o non” che ama le comodità ed utilizza la tecnologia anche per il proprio divertimento e svago oltre che per lavoro. E’ una persona a cui piace l’idea che il sistema (la casa) si adatti velocemente alle sue esigenze. In ogni caso, vuole sempre essere informato dello “stato delle cose” ed eventualmente modificarle in modo facile, veloce anche quando non è in casa.
Termine di paragone: in ambito automobilistico questo sistema di supervisione è paragonabile ad un’auto di alto livello, tipicamente il top di gamma con il pacchetto “Full Optional” dove oltre a tutti i comfort sono disponibili anche gli “automatismi” che semplificano la vita al conducente (apertura automatica delle porte in prossimità dell’auto, parcheggio automatico, frenata indipendente in funzione della velocità, visualizzazione di tutti i parametri ed i consumi, musica ed intrattenimento multimediale personalizzato per gli ospiti, ecc…).
3) Interazione tra gli impianti avanzata
Il sistema esegue le istruzioni che l’utente programma in piena autonomia.
Rispetto alla versione semplice, questa tipo di interazione, permette al Committente di “programmarsi” i propri scenari che comprendono tutti (o quasi) gli impianti ed attivarli come meglio crede, ad esempio alla pressione di un tasto, all’attivazione di un sensore, alla ricezione di un mail autorizzato, ad una o più “condizioni” o addirittura ad una combinazione qualsiasi di tutte queste possibilità!!
Sistema di supervisione previsto: questo tipo di interazione è possibile solo su un sistema di supervisione di tipo “A” (1 app 1 dispostivo 1 interfaccia + impianti).
A chi è adatto: il tipico Committente è un imprenditore che oltre a gestire il lavoro nella propria azienda, ama essere parte attiva del processo per la realizzazione del suo prodotto o servizio. Non ha paura di “sporcarsi le mani” o provare ad utilizzare nuove tecnologie per risolvere problema o per ottimizzare il processo produttivo. Con il “giusto attrezzo” (o dispositivo elettronico) sa sicuramente che troverà la soluzione per portare il suo brand al top.
Termine di paragone: in ambito automobilistico questo sistema di supervisione è paragonabile ad un prototipo o ad una monoposto da formula 1 dove il pilota, senza creare alcun danno, sa che può spingersi a regolare tutti i parametri che vuole per trovare l’assetto migliore per portarlo alla vittoria!
Preferenza di visualizzazione delle stanze / zone
Immagini con icone
Esempio di schermata “immagine con icone” in versione tablet o grande touch
Planimetrie con icone
Esempio di schermata “planimetria con icone” in versione tablet o grande touch
Tasti di comando con icone
Esempio di schermata “tasti con icone” in versione smartphone
Elenco comandi ed icone
Esempio di schermata “elenco con icone” in versione smartphone
Docking station di ricarica per dispositivi wireless
La docking station è un supporto appositamente progettato per sostenere i tablet e di solito fungono anche da base di ricarica. Ultimamente si trovano anche supporti per smartphone. Data la grande varietà di dispositivi sul mercato, i produttori si limitano a realizzare questi tipi di supporti solo per i modelli più comuni delle aziende Apple e Samsung. Esistono tantissimi modelli di docking station, ciascuna con la propria particolarità. Tutte hanno in comune una colorazione standard (bianca, nera o eventualmente grigio/argento) e la possibilità di installazione sia in orizzonatale che in verticale. In ogni caso, si possono divide in 3 grandi categorie:
Da incasso a parete (in-wall)
Esempio di docking station da incasso per installazione fissa (Rif. Tipo A a sinistra) e con apertura motorizzata (Rif. Tipo B a destra)
Da parete (on-wall)
Esempio di docking station da parete con ricarica via cavo e rimozione della cover magnetica in alluminio rettangolare (Rif. Tipo C a sinistra) o arrotondato (Rif. Tipo D a destra) per poter togliere il tablet
Esempio di docking station da parete con ricarica via cavo e rimozione del dispositivo ad incastro (Rif. Tipo E)
Esempio di docking station da parete con ricarica wireless e rimozione del dispositivo completo di cover protettiva in plastica (Rif. Tipo F)
Da tavolo (stand)
Esempio di docking station da tavolo con ricarica via cavo e rimozione del dispositivo ad incastro (Rif. Tipo G) o rimozione magnetica della cover in alluminio (Rif. Tipo H)
Esempio di docking station da tavolo con ricarica wireless e rimozione del dispositivo completo di cover protettiva in plastica (Rif. Tipo I)
Esempio di docking station da tavolo inclinabile con ricarica via cavo e rimozione del dispositivo ad incastro (Rif. Tipo L)
Qui sotto trova dei link dove può vedere alcuni filmati interessanti delle docking station appena descritte
https://www.youtube.com/watch?v=-bpQlK4lV1A
https://www.youtube.com/watch?v=mYADLEhFi5Q
https://www.youtube.com/watch?v=RSeGhnTCZww
Docking station per iPhone o iPod touch
Riferimento Tipo M
Docking station universale per iPhone, Galaxy o BlackBerry
Riferimento Tipo N
[EN] https://www.youtube.com/watch?v=SAq1ftXDkV0
13 SUPERVISIONE E CONTROLLO