Questa pagina contiene le spiegazioni relative alla sezione DISTRIBUZIONE DATI presente nella guida
“La domotica fa schifo se non sai come farla!”
Spazi tecnici dove centralizzare dispositivi e servizi
Nelle abitazioni moderne c’è sempre uno spazio tecnico. Questo può essere semplicemente una presa o un cavo a cui collegare il dispositivo che fornisce l’accesso ad internet oppure un’intera stanza o zona dedicata dove poter inserire un rack tecnico e tutte le apparecchiature centralizzate elettriche ed elettroniche. Alcune volte possono esserci più spazi tecnici per diversi motivi, ad esempio un’abitazione su più livelli, arrivo del collegamento del provider in un punto e rack centralizzato in un altro, ecc…
Ubicazione e tipologia degli spazi tecnici
La semplice linea di collegamento con il dispositivo fornito dal provider o dal fornitore del servizio internet oppure l’insieme di tutte le apparecchiature ed i dispositivi per i collegamenti elettrici, elettronici ed informatici di tutta la proprietà possono essere:
Interne al Quadro Elettrico o una scatola di derivazione
E’ la soluzione più semplice e meno invasiva a livello estetico in quanto non ci saranno cavi e dispositivi a vista. Gli svantaggi sono che i dispositivi potrebbero scaldarsi troppo per la mancanza di circolazione dell’aria e quindi bloccarsi. Anche il segnale del WiFi potrebbe essere limitato (in estensione e potenza).
A vista
I dispositivi sono appoggiati sopra un mobile, un ripiano o una consolle (generalmente all’ingresso o in soggiorno) oppure attaccati direttamente alla parete (se la canalizzazione di arrivo è prevista in un ripostiglio o un disimpegno). Questo tipo di installazione è sicuramente meglio rispetto alla precedente in quanto si evita il surriscaldamento della apparecchiature ma se fossero presenti più dispositivi aumenterebbe notevolmente il numero dei cavi di collegamento ed anche l’impatto visivo ne risentirà.
Interne ad un mobile o una armadio
Per quanto riguarda il livello estetico ed il cablaggio dei dispositivi potrebbe essere un’ottima soluzione se fosse previsto un sistema per poter installare e manutenere tutte le apparecchiature e, sopratutto, fosse prevista almeno una ventilazione naturale adeguata al ricircolo dell’aria calda prodotta dalle apparecchiature stesse.
Esempio di installazione di un rack all’interno di un arredo fisso
In un locale o in una zona tecnica
E’ la soluzione migliore in quanto può essere previsto un rack tecnico per contenere molte apparecchiature, anche di diversi impianti tecnologici, in modo ben organizzato, cablato ed installato. In questo caso, è garantita almeno la ventilazione naturale per lo scambio di aria calda ma all’occasione potrebbe essere installata anche una ventilazione forzata o addirittura un climatizzatore per la zona.
Esempio di installazione di un rack all’interno di un locale tecnico: fisso a parete (a sinistra) ed a pavimento con ruote (a destra)
Fornitura del rack tecnico
Alcuni Committenti vogliono occuparsi in prima persona del recupero del materiale necessario per realizzare la struttura rack pensando di risparmiare sul costo. Per poter installare ed assemblare correttamente tutto quello che è previsto (e a volte non previsto), oltre allo scheletro della struttura, spesso c’è la necessità di avere anche cassetti, ripiani, pannelli, ventole di raffreddamento, multiple di alimentazione, passacavi, fascette, viti, bulloni e altri materiali e dispositivi. Se il Committente non dovesse considerare questi particolari i lavori potrebbero subire dei ritardi…per causa sua! Chi più spende… meno spende!
Esempi di alcuni accessori fondamentali per la realizzazione di un rack tecnico (funzionante!!)
Tipologia di rack principale
Pavimento fisso o con ruote
E’ la soluzione più classica per applicazioni all’interno di locali tecnici. Il rack da pavimento è’ disponibile con moltissime varianti per tutte e tre le dimensioni oltre ad avere, a seconda del modello scelto, le porte anteriori e posteriori in metallo, vetro o PVC e le pareti laterali asportabili per facilitare il cablaggio o la manutenzione. A volte è consigliabile lasciare una “coda” di cavi per poter permettere lo spostamento del rack su ruote sopratutto quando sono presenti degli arredi o quadri elettrici sui lati e limitano l’accesso alla parte posteriore.
Esempio di struttura rack a pavimento con ruote
Pavimento Sezionabile
Rispetto alla versione con le ruote, questo rack sfrutta il sezionamento e l’apertura laterale per poter accedere alla parte posteriore. Non è quindi necessario lasciare un esubero posteriori dei cavi. In genere è presente una parte inferiore fissa dove installare le apparecchiature più pesanti come ad esempio degli UPS o gli amplificatori per l’impianto Home Cinema o Multiroom Audio.
Esempio di struttura rack a pavimento sezionabile
Pavimento estraibile
Questa versione riprende tutti i vantaggi dei rack della versione a pavimento con ruote e di quelli sezionabili ovvero massima pulizia e facilità di cablaggio per l’installazione e la manutenzione, accesso diretto sui 4 lati, nessuno spazio ulteriore di ingombro. E’ disponibile sia in versione con carpenteria metallica “stand alone” che da “incasso” per una perfetta integrazione nell’arredo.
Esempio di struttura rack a pavimento estraibile in versione “da incasso” (a sinistra) e “stand alone” (a destra)
Parete fisso
Come per la versione a pavimento, questi rack esistono in molteplici modelli con diverse dimensioni per adattarsi anche in spazi poco profondi. Questa caratteristica è molto utile per affiancare un quadro elettrico, per separare i cavi della corrente forte da quelli dei segnali ed avere comunque la flessibilità di aggiunte o effettuare modifiche alle apparecchiature presenti.
Esempio di struttura rack a parete fisso in versione “standard” (a sinistra) e “slim” (a destra)
Parete Sezionabile
Come nella versione a pavimento, questa tipologia di rack sfrutta il sezionamento e l’apertura laterale per poter accedere alla parte posteriore. E’ disponibile in versioni fino a 160 cm di altezza ed una capacità di 150 Kg di portata (parete permettendo).
Esempio di struttura rack a parete sezionabile
Parete Estraibile
Rispetto alla versione da pavimento, i rack estraibili a parete, esistono solo nella versione da incasso, ovvero senza la carpenteria metallica di copertura, semplicemente per una questione di “peso”. In verità, questi rack non vengono neanche fissati alla parete come quelli “fissi” o “sezionabili” ma sono fissati sui piani (o ripiani) interni dei mobili o comunque dell’arredo previsto. Esistono in due versioni: estraibile ed estraibile-rotante. Le versioni più grandi di questi rack hanno dei supporti aggiuntivi per sostenere il peso della struttura e delle apparecchiature installate quando è “aperto” per la manutenzione o la stessa installazione.
Esempio di struttura rack a parete estraibile in versione “standard” (a sinistra) e “girevole” (a destra)
Ripiano estraibile
Il ripiano estraibile consiste in una base rotante dove poter appoggiare le apparecchiature una sopra l’altra. E’ molto pratico perchè consente di realizzare il cablaggio di tutti i dispositivi e solo dopo inserirli all’interno dei mobili (generalmente quelli bassi del soggiorno sotto il TV dove sono presenti, amplificatori, decoder ed altre apparecchiature) permettendo di sfruttare tutta l’altezza e contestualmente sistemare la “giungla” di cavi che solitamente è presente dove non c’è questo tipo di supporto.
Ripiano estraibile con esempio di installazione
Possibilità di installazione ventole di raffreddamento
Qualora l’installazione del rack fosse fatta all’interno di un mobile o un armadio chiuso, è buona norma prevedere una ventilazione per evitare che le apparecchiature si scaldino eccessivamente e si blocchino (nella migliore delle ipotesi). Per fare questo è necessario installare delle ventole di raffreddamento in grado di far girare una portata di aria adeguata a mantenere la temperatura entro certi limiti.
Esempi di ventole per installazione rack: da sinistra a destra, rispettivamente in versione da pannello, ripiano e tetto
– Tipologia di installazione delle ventole
Le ventole per il controllo della temperatura all’interno dei rack possono essere:
- Sempre attive, se l’installazione fosse fatta in un locale tecnico o dove comunque il rumore prodotto dalle ventole non dia fastidio;
- Con un controllo delle temperatura automatico che mantiene attive le ventole solo fino a quando necessario.
E’ chiaro che più portata e velocità hanno le ventole, più aria viene scambiata con l’esterno (e quindi mantenuta la temperatura di funzionamento) ma questo produce anche più rumore. La scelta ricade quindi sul fatto di avere delle ventole “poco rumorose” sempre accese piuttosto che delle “turbine” che girano per qualche minuto.
E’ buona abitudine spegnere le apparecchiature (o almeno lasciarle in standby) per limitare non solo il consumo elettrico ma anche il riscaldamento che queste producono (si…anche in standby!!).
Installazione di un UPS generale
L’UPS (Uninterruptible Power Supply) conosciuto con il nome “gruppo di continuità” è quel dispositivo che permette di mantenere attive (per un certo periodo comunque limitato) le apparecchiature durante un blackout alla rete dell’energia elettrica o, più semplicemente, se salta una valvola all’interno del quadro elettrico.
Un’altra funzione poco conosciuta ma molto apprezzata dalla apparecchiature “installate a valle dell’UPS” è quella di mantenere la tensione di alimentazione (ovvero la 230V) entro certi parametri (circa il 5/10%) per far si che queste non si guastino. Inoltre, comunicando con l’UPS si è in grado di conoscere molti parametri relativi alla tensione elettrica oltre al fatto di sapere se e quando si è avuta l’interruzione mandando anche un avviso (generalmente un mail) al Committente per avvisarlo dell’eventuale guasto o “problema tecnico”.
Esempi di UPS in versione “standard” e “rack”
Spegnimento delle apparecchiature interne al rack
Attraverso dei contatti a relè o altri dispositivi dotati di una comunicazione su rete IP, è possibile controllare l’alimentazione dei dispositivi installati all’interno del rack come ad esempio le sorgenti audio/video, l’amplificatore del Home Cinema o quanto altro il Committente ritenga necessario. Oltre ad un fattore di sicurezza in caso di forti temporali, anche per limitare il consumo delle stesse apparecchiature in modalità “stand-by”.
Esempio di multipla controllata via rete ethernet (IP)
Installazione prese di rete ethernet per PC ed altri dispositivi
Oltre agli eventuali PC e Mac fissi che possono essere presenti nella proprietà, alla rete ethernet (quindi ad internet) si possono collegare anche altri dispositivi come ad esempio TV, elettrodomestici, datalogger ed altro ancora. E’ buona regola prevedere almeno un cavo di collegamento ovunque ci sia un’apparecchiatura elettrica o elettronica per poter sfruttare tutte le sue potenzialità, anche se non nell’immediato, magari nel prossimo futuro…visto che ormai c’è un’APP per tutto!
Fornitura delle periferiche attive e passive per gestione rete
Le periferiche di rete sono tutti quei componenti attivi e passivi che permettono di effettuare le connessioni e gestire la comunicazione tra i vari dispositivi. A parte il router principale, che in genere è fornito dal provider insieme al collegamento internet, tutto il resto del materiale va installato, cablato e configurato. Come anticipato prima per la “struttura rack”, se il Committente volesse occuparsi della fornitura della apparecchiature, dovrebbe anche preoccuparsi di non fare mancare niente, in caso contrario, permane il problema che i lavori potrebbero subire dei ritardi.
Esempi di alcune periferiche attive e passive per la realizzazione di una rete ethernet (distribuzione rete dati)
Possibilità di installazione di access point PoE locali
Gli access point sono le “antenne” che permettono di effettuare la connessione Wi-Fi o Wireless (senza cavo) a tutti i dispositivi di tipo “mobile” e non solo. Per poter avere una copertura ottimale in tutta la proprietà, o almeno nelle zone interessate, è necessario prevedere delle antenne aggiuntive oltre a quella che normalmente è presente all’interno del router principale, considerando il fatto che materiali come il cartongesso, il legno, carpenterie metalliche ed il cemento armato ne limitano la portata e la potenza. Utilizzando delle antenne con connessione PoE (Power over Ethenet) è possibile utilizzare solo un semplice cavo (di tipo CAT) per portare sia il segnale che l’alimentazione eliminando così contemporaneamente sia la presa che l’alimentatore esterno che di solito vanno in contrasto con l’estetica della parete o della zona in cui l’antenna dovrà essere installata.
Esempi di Access Point con possibilità di alimentazione PoE
Spegnimento degli access point con accensione manuale
Esistono diverse raccomandazioni di installare i dispositivi Wi-Fi fuori dai luoghi di riposo o occupati a lungo e spegnerli quando non necessari. Utilizzando degli Access Point PoE come descritto poche righe qui sopra, si ha la possibilità di spegnere in modo semplice ed immediato tutto il Wi-Fi, anche da un tablet o uno smartphone. E’ ovvio che mancando il Wi-Fi servirà un “tasto o un comando fisico” per ripristinare l’alimentazione alle antenne.
Accesso Remoto con IP Pubblico
Per poter accedere da “remoto”, quindi in 3G/4G o da una rete Wi-Fi che non sia quella “locale” presente all’interno della proprietà (ufficio, hotel di vacanza, casa di amici, ecc…), per controllare, gestire o monitorare il proprio impianto domotico, di allarme scasso, videosorveglianza o altro è necessario conoscere il proprio indirizzo “internet”. L’indirizzo internet è l’equivalente virtuale dell’indirizzo fisico della proprietà con la sola differenza che l’indirizzo internet è generalmente variabile. Per avere un indirizzo fisso (statico) solitamente il fornitore del servizio internet richiede un costo mensile aggiuntivo oppure la stipula di un abbonamento business (che ovviamente ha un costo maggiore rispetto a quello per un abbonamento privato). Senza entrare troppo nel dettaglio, per ovviare al problema di sapere qual’è l’indirizzo di casa nel preciso momento in cui il Committente vuole accedere al suo/suoi sistemi, la cosa più semplice è associare un nome univoco (e di facile memorizzazione) all’indirizzo internet variabile. Un esempio potrebbe essere:
cognomedelcommittente.dyndns.com
Per fare questo ci sono diverse aziende in internet che forniscono questo tipo di servizio che si chiama DDNS. Questo servizio può essere gratuito, ma richiede un mantenimento da parte dell’utente ogni settimana (o mese a seconda del fornitore), pena la scadenza e quindi l’impossibilità di “entrare” in casa da remoto, oppure a pagamento con un abbonamento annuale (o pluriennale) senza nessuna richiesta di mantenimento se non il rinnovo del pagamento alla scadenza. Noi offriamo gratuitamente a tutti i nostri clienti, non solo il servizio di mantenimento DDNS, ma anche la sua attivazione e configurazione, comunque necessaria per poter “entrare” in casa da “internet”.
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