Touch VS Tablet

La domotica moderna, ovvero quella degli anni 2000, era caratterizzata dai touch screen (o touch panel oppure più semplicemente touch).

Il costo di un touch di allora non era certamente abbordabile come i dispositivi più moderni e sicuramente questo ha influito sul fatto che gli impianti domotici fossero molto costosi e destinati a pochi privilegiati, rallentandone la crescita.

I tablet hanno iniziato a diffondersi solo dal 2010 quando la Apple ha lanciato il primo Pad rivoluzionando il concetto iniziato da Microsoft con i primi Tablet PC e che si sono sviluppati con i “palmari”.

Praticamente l’ultimo arrivato (il tablet appunto) è quello che oggi comanda il mercato, sia per i costi molto più accessibili ma sopratutto per la praticità e le funzionalità che offre.

Ad oggi quasi la totalità delle aziende che realizzano sistemi per la domotica o per effettuare la supervisione degli impianti, costruiscono (o adottano) dei touch oltre a sviluppare APP da installare su smartphone e tablet di ogni tipo.

In questo articolo voglio sottolineare alcune caratteristiche generali di ciascun dispositivo in modo che tu possa tenerle in considerazione per trovare la soluzione migliore per il tuo progetto.

Niente approfondimenti tecnici, solo qualche chiarimento su alcuni fattori che molti ancora non conoscono.

Cominciamo in ordine temporale, quindi dal touch.

In linea di massima il touch può essere di due tipologie: un PC integrato, derivato dal tipico utilizzo industriale, oppure un dispositivo assemblato ad hoc.

I PC Touch, indipendentemente dal sistema operativo utilizzato (Windows o qualche distribuzione di Linux calibrata sull’hardware), sono dei veri e propri PC con attaccato uno schermo più o meno grande. Partono da una dimensione di almeno 7 o 10″ e generalmente non superano i 12/15″. Ci sono aziende che a catalogo hanno versioni che arrivano anche a 17″. La risoluzione è tipica da PC per uso industriale, quindi abbastanza limitata, con un rapporto di visualizzazione di 4/3, ovvero abbastanza quadrato. Ultimamente se ne trovano anche in formato 16:9 per avvicinarsi forse più alle esigenze di design e per sfruttare l’ampiezza dello schermo.

Normalmente sono alimentati a 230 V oppure hanno bisogno di grossi trasformatori ed hanno diverse connessioni sul retro che, a seconda della quantità, possono favorire la lievitazione del prezzo.

Sul mercato se ne possono trovare di tutte le tipologie, più o meno “carini”: con la cornice in metallo, in vetro o in plastica, che a sua volta può essere più o meno larga e/o spessa, per l’installazione in scatole “standard” oppure dedicate, ecc… . Lo schermo è di tipo resistivo ovvero che si può utilizzare sia con le dita che con altri oggetti tipicamente a punta (matite, tappi di penne, unghie, ecc…). La sua tipica installazione è da INCASSO FISSO A MURO.

VANTAGGI:

  • Schermo di grosse dimensioni

SVANTAGGI:

  • Schermo di grosse dimensioni se inserito in ambienti piccoli
  • La scarsa ventilazione porta spesso al surriscaldamento ed al conseguente inevitabile “blocco” che ne impedisce il corretto funzionamento.
  • Bassa risoluzione rispetto alla grandezza dello schermo.
  • Impossibilità di spostare il dispositivo rendendo scomodi sopratutto i comandi dell’intrattenimento audio/video.
  • Touch solo di tipo resistivo, meno performante e sensibile rispetto a quello capacitivo.
  • Numero di connessioni fisse (o poco espandibili)
  • Non può essere portato “fuori casa” e l’eventuale controllo da remoto implica l’utilizzo di altri software o applicazioni (VNC o Web Server)

Il Touch assemblato ad hoc è generalmente più curato sopratutto nella parte estetica ed è alimentato a bassa tensione (minore di 50V).

Questa tipologia di touch è quasi totalmente equipaggiata con Sistemi Operativi proprietari basati su sistemi UNIX o LINUX configurati sull’equipaggiamento Hardware della macchina in grado di garantirne il funzionamento 24/7. Hanno un numero di connessioni molto limitato perché spesso fanno parte di un sistema più complesso dove sono presenti dispositivi ad intelligenza distribuita oppure è solo l’interfaccia grafica di un Server Centrale. Necessita quindi solo di una o al massimo due tubazioni con i relativi cavi di collegamento.

Gli schermi partono dai 3 o 4″ fino ad arrivare intorno ai 15/17″. Quelli di nuova generazione possono arrivare anche a 19/21″ con risoluzioni che arrivano oltre all’HD ed un rapporto di visualizzazione di tipo Wide (da 16/9 fino a 21/9).

Quelli più economici sono in genere di tipo resistivo, mentre quelli più grandi e performanti sono di tipo capacitivo (con un vetro come per smartphone e tablet). Questo ne aumenta la qualità oltre ad una maggiore luminosità e sensibilità al tocco.

Le modalita’ di installazione possono essere differenti: fissi da incasso a muro, da appoggio o tavolo oppure wireless.

Molto spesso quelli di tipo Wi-Fi hanno una docking station da incasso o da tavolo per permettere al Committente di poterlo riporre e ricaricare facilmente, senza smontare niente o collegare alcun cavo. Alcuni di loro hanno forme che ricordano quelli dei telecomandi e spesso hanno anche dei tasti fisici per richiamare le funzioni più utilizzate.

VANTAGGI:

  • Grandezza dello schermo e funzionalità adeguate al contesto in cui sono utilizzati (piccolo in bagno o in camera con pochi comandi, grande nella zona living per il controllo generale).
  • Nessun problema di surriscaldamento o blocco improvviso.
  • Risoluzioni maggiori rispetto ai classici PC Touch.
  • Possibilità di spostare il dispositivo all’interno dell’abitazione (solo modelli Wi-Fi).
  • Touch di tipo resistivo o capacitivo a seconda del modello.
  • Numero di collegamenti molto limitati (solo alimentazione ed eventualmente uno per comunicazione)

SVANTAGGI:

  • Non può essere portato “fuori casa” e l’eventuale controllo da remoto implica l’utilizzo di altri software o applicazioni (VNC o Web Server )

Dopo i touch, passiamo agli inseparabili Tablet (e Smartphone).

Per quanto riguarda il loro utilizzo con la domotica, possiamo trattare in uguale modo sia che si parli di iPad® ed iPhone® che i loro cugini (fratelli mi sembra esagerato, visto che non fanno parte della “famiglia Apple”). 

Tutti questi dispositivi, indipendentemente che siano smartphone o tablet, iOS o Android, grossi o piccoli hanno sicuramente qualche caratteristica VANTAGGIOSA in comune.

  • Schermi capacitivi (a meno che non si tratti di un Cinefonino da pochi spiccioli
  • Lunga durata delle batterie rispetto ai modelli Touch Wi-Fi (solo per quanto riguarda l’uso di applicazioni per la domotica). Se utilizzi il telefono o il tablet anche per lavoro mi sa che a casa “vivo” non ci arriva.
  • Praticità d’uso (sopratutto da remoto),
  • Possibilità di utilizzarli anche per altro, oltre che per la domotica
  • Per concludere, ma non ultimo per importanza… il costo!

Per quanto riguarda gli SVANTAGGI invece (certo…ci sono anche gli svantaggi):

  • Parlando di smartphone, lo svantaggio è quello di avere uno schermo troppo piccolo e quindi poco pratico per le “manone” di qualcuno. Questo soprattutto nel caso che l’applicativo dell’impianto prevede l’uso di planimetrie o se ci fossero molti bottoni da premere. Questo potrebbe comportare lo scorrimento di molte pagine per arrivare alla funzione desiderata.
  • Acquisto della licenza dell’APP che deve essere installata (e spesso autorizzata con un licenza). A volte non può essere nemmeno spostata da un dispositivo ad un altro (ma per fortuna non tutti i produttori ragionano in questo modo). Questo vorrebbe dire: iPad nuovo = licenza nuova = costo inutile. Attenzione a quello che vi propongono!! Molte aziende invece la forniscono gratuitamente oppure è parte integrante del dispositivo hardware già presente nell’impianto.
  • Numero di APP in funzione della tipologia dei sistemi installati. Se non fosse presente un unico sistema di supervisione, vorrebbe dire che per ogni impianto e/o sistema ci deve essere installata un’APP. Questo implica più memoria occupata, più aggiornamenti, più possibilità di errore e sistemi che non possono interagire tra loro. Alcune APP richiedono anche un funzionamento almeno in background (quindi sempre in ascolto con il conseguente consumo di dati e della carica della batteria).
  • Prontezza del dispositivo. Se abitualmente un tablet è dentro nella borsa di un PC o insieme a portafogli, documenti, trucchi e chiavi, sicuramente non sarà pronto all’uso. Sfido chiunque a trovarlo quando si sommersi da borse della spesa o degli zaini dei bambini quando escono di corsa fuori dalla macchina. Vogliamo aggiungere anche un “bella giornata di pioggia”? Il tablet sarebbe l’ultimo dei pensieri quando si è alla ricerca disperata delle chiavi per entrare di corsa e non fare la doccia “fuori casa”! Per fortuna, la soluzione a quest’ultimo problema è molto semplice. Basta installare una docking station, simile a quella dei touch, in prossimità di uno o più punti strategici della casa, o almeno vicino alla porta! ALT! ATTENZIONE a non fare l’errore di mettere una docking station fissa, a meno che non si voglia sacrificare un tablet per uso esclusivo della casa. Un’altra cosa… non va bene neanche che le batterie siano sempre sotto carica…. potrebbero esplodere!

Confrontando invece i vantaggi e gli svantaggi tra le due categorie, penso che:

  • I touch hanno il grosso vantaggio di essere “sempre pronti all’uso” perchè sono fatti solo ed esclusivamente per il controllo del sistema a cui sono collegati. In poche parole possono eseguire immediatamente qualsiasi comando desiderato, dalla semplice accensione all’esecuzione degli scenari all’interno della propria abitazione. Questa caratteristica è tipica sopratutto per quelli fissi (da muro o tavolo) perchè quelli di tipo Wi-Fi, se vengono lasciati in giro, dopo un certo tempo vanno in Stand-by per risparmiare il consumo di batteria ed è quindi necessario farli “ripartire” (generalmente serve un minuto o poco più a dipendenza del prodotto), proprio come succede ai tablet ed agli smartphone.

Penso di aver detto abbastanza su questo argomento anche se si potrebbe scrivere ancora per un paio di ore per confrontare caratteristiche tecniche e sulle prestazioni, ma non è l’articolo giusto.

CONCLUSIONE

Per scegliere un “buon dispositivo di controllo” bisognerà capire prima l’uso che ne vorrai fare. Il problema è che solo l’esperienza può consigliare al meglio quali e quanti dispositivi installare, ma per il momento il piccolo elenco delle caratteristiche fatto nelle righe qui sopra, potrebbe già essere un primo aiuto per la scelta giusta!

Alla prossima!

Fabio

FabioTouch VS Tablet