Domotica Standard o non Standard? Questo è il problema…

Non posso nasconderlo, quando si parla di “standard” per la domotica, mi vengono i “brividi”.

Come ho già detto più volte, il concetto di domotica è puramente personale. Qualsiasi diavoleria elettrica ed elettronica che può essere introdotta all’interno di un’abitazione, è considerata “domotica”, indipendentemente che sia collegata alla corrente o che funzioni a batteria.

Ad esempio, visto l’aumento della temperatura dei giorni scorsi, mi viene in mente il ventilatore. Come per una tapparella ed un punto luce, anche il ventilatore può essere comandato dalla domotica giusto? Anche il ventilatore quindi fa parte della “domotica”?
Esiste uno standard per i ventilatori? Mmm… no! Va beh… il ventilatore è una cosa di passaggio, come l’ombrellone d’estate, prendiamo un altro esempio che si utilizza tutti i giorni: le lampadine.

Esiste uno standard per le lampadine? Si, anzi no, non esiste uno standard, esistono più standard!

Quello forse più comunemente utilizzato è l’E27, quello che si avvita in genere sui lampadari o nelle plafoniere con il “buco” grosso.

Una volta c’era la lampadina ad incandescenza, ormai passata fuori legge per i consumi eccessivi e la poca resa. Gradualmente è stata sostituita da quelle elettroniche (conosciute meglio come “a risparmio energetico”) e quelle alogene.

Con lo stesso attacco (E27) si possono trovare vari modelli (fungo, goccia, PAR), dimensioni (piccola, grande), finitura (chiare, smerigliate, colorate) ma anche altre tecnologie come quelle LED di nuova generazione.

Con una veloce ricerca su internet puoi trovare tutti i modelli di lampadine che ci sono con attacco E27. E se cambia il tipo di attacco? Non so, giusto per restare in tema, si può prendere l’E14 o l’E40, ma possiamo spaziare anche ai più comuni tubi al NEON. Tutti li chiamano così anche se non sono al neon…

Poi può cambiare la tensione, la temperatura di colore, la resa cromatica… Quante cose e quanti standard per una “semplice lampadina” vero??

Quindi come si può pensare che ci sia un unico standard per la domotica, che oltretutto dovrebbe essere una materia “multidisciplinare”?

Non sarebbe più opportuno dire “quanti standard (o non standard) ci sono”?

Se si volesse considerare come standard, il sistema di comunicazione utilizzato dalla maggior parte delle aziende (in Europa ma in numero sempre crescente anche nel resto del mondo) per gestire i dispositivi che si occupano della parte elettrica dell’impianto (illuminazione, motorizzazioni, riscaldamento, ecc….), allora si può dire che è il KNX.

Konnex, EIB, butiBUS, EHS chiamalo come vuoi. Per intenderci è quello con le tre lettere caratteristiche di colore Verde-Grigio-Blu… ma non è lo standard per eccellenza, è uno degli standard!

Considerando che il sistema KNX è nato nel 1990 è forse uno dei più solidi presenti sul mercato di oggi, anche se non il più vecchio. Ricordati che stiamo sempre parlando di “domotica”, quindi l’insieme di tutte le tecnologie (o diavolerie) elettroniche, informatiche e chi più ne ha più ne metta, che possano essere all’interno di una abitazione.

Il KNX si utilizza SOLO QUASI ESCLUSIVAMENTE per la parte impiantistica. Quindi, impianto allarme scasso, videosorveglianza, distribuzione dei contenuti multimediali come musica e video, home theatre, rete dati e Wi-Fi e tutti gli altri, NON hanno quasi a che fare con il KNX (se non per mezzo di gateway o interfacce di comunicazione, ma te lo spiego tra poco)!

Bel casino vero? È già…

Ha mai visto la scritta KNX dentro un megastore di prodotti di elettronica? Eppure di cose elettriche ed elettroniche ne hanno a tonnellate…ma il KNX non c’è…almeno per il momento!

Anche Apple, Google, Samsung ed Amazon hanno deciso di buttarsi nel mondo della domotica acquisendo delle aziende a cui stanno facendo sviluppare nuovi prodotti.

Tra qualche hanno ci saranno in commercio altri “grandi standard” a livello mondiale. Sarà una lotta come per gli smartphone e tablet… e tu cosa farai? Resterai a guardare oppure farai la tua scelta? KNX, Home Kit, GoogleHome, Smart Things, Amazon Echo o qualcosa di qualche marchio più noto tra i produttori di adesso?

E tutti gli altri produttori più piccoli che fine faranno? Restiamo ai giorni nostri che già è un casino scegliere adesso, figuriamoci fra qualche anno!

Come ti ho anticipato prima, QUASI la totalità del KNX è riservata all’impianto elettrico (ed i suoi sottosistemi). Tra le centinaia di azienda associate al marchio KNX (si chiamano membri) puoi trovarci davvero molti prodotti diversi… non tutti… ma tanti!

Negli ultimi anni, si sono aggiunte tante aziende (soprattutto cinesi), quindi è possibile che ci siano anche dispositivi NATIVI per la musica o altri impianti. Nativi vuol dire che sono stati creati con lo stesso standard e quindi parlano direttamente la lingua madre, ovvero il KNXese. Onestamente non li ho mai utilizzati, e non mi interessa farlo, per altri motivi che un giorno ti spiegherò in un altro articolo.

Ti posso solo anticipare che, oltre al caratteristico morsetto KNX, non so che tipo di componentistica ci possa essere dentro e come funzionino. Quindi non voglio correre come uno stronzo da un cliente all’altro per “sostituire” (ovviamente “agggratis” soprattutto se in garanzia) componenti farlocchi ed inaffidabili.

Fai attenzione, se stai aspettando un’offerta o ti stanno già montando dei componenti nella tua nuova abitazione, prova a verificare l’origine di questi pezzi. Forse KNX non è proprio sinonimo di garanzia… Per intenderci, c’è in giro anche tanta roba marrone che può essere messa in una tazza, fatta a forma di uovo o di coniglio di Pasqua ma di certo ai miei bimbi non la darei… poi fai tu!!

Si sto parlando della cacca… e quando è secca non puzza, quindi occhio al gusto!

Potrebbe esserci sopra una sottile pennellata di cioccolato, magari anche il migliore tra quelli svizzeri, che potresti essere ingannato dall’apparenza. Proprio come sotto al marchio KNX potrebbe nascondersi qualsiasi cosa… non merda ovviamente, ma relè o qualsiasi altro componente elettronico di scarsa qualità.

La maggior parte dei membri (quindi le aziende associate) ma anche molti altri produttori più piccoli, hanno il proprio standard. In gergo tecnico si chiama “proprietario”, ovvero che lo usa solo quella determinata azienda/produttore. Praticamente, in questo articolo, è l’equivalente del “non standard” utilizzato nel titolo. E di non standard…ce ne sono tantissimi!

Per pubblicizzare il proprio nome a livello mondiale, sai questi “furbi” cosa fanno? Utilizzano per i propri prodotti il loro standard proprietario ma realizzano una “interfaccia” in modo che ogni dispositivo possa “parlare” con il resto dei componenti del mondo KNX. In pratica sono dei “traduttori simultanei” che ascoltano e convertono i comandi ricevuti da una parte per indirizzarli dall’altra.

Per capire meglio il concetto posso dirti che sono delle “scatoline” dove da una parte si collega il cavo KNX con il suo classico connettore, mentre dall’altra parte, un altro tipo di cavo ed un altro tipo di connettore. Anche qui si aprirebbe un articolo lunghissimo sullo standard dei connettori… proprio come le lampadine.

Quindi, se nel mondo, i ventilatori, le lampadine e nemmeno la 230 volt sono “standard”, come ci si può convincere che esista uno standard per la domotica?!?

Giusto per fare una panoramica veloce degli standard più utilizzati (sempre e solo nell’ambito della domotica), ti posso dire che si suddividono in diverse categorie. Ad esempio si dividono per “tipologia di mezzo trasmissivo” (cavo, radio frequenza o mista), per “topologia” (anello, stella, albero, entra-esci, ecc…), per “tipologia di intelligenza” (centralizzata o distribuita) o ancora per “modalità di trasmissione” (1 a 1, 1 a molti, 1 a tutti o meglio, Unicast, Multicast o Broadcast), ecc…

Qualche esempio di standard

Tra i principali ci sono sicuramente: KNX, TCP/IP, LonWorks, Dali, X10, Z-wave, Bluetooth, 1-Wire, BacNet, Zigbee, RS-232, RS485, RS-232, ma tanti altri ancora.

Per concludere:

  1. “Uno Standard” o “lo Standard” per tutto non esiste, soprattutto quando si parla di sistemi o impianti diversi, ovvero come è fatta la domotica;
  2. Se siamo costretti, con la forza e sotto tortura, ad usare il termine STANDARD, ipotizziamo che per gli impianti principali siano:
  • il sistema KNX perché è il più noto a livello mondiale (almeno come nome ma non sono tanto sicuro come utilizzo) per quanto riguarda gli impianti elettrici
  • la seriale RS-485 per i sistemi di allarme
  • il TCP/IP tra i dispositivi di rete e nuova generazione (PC, tablet e smartphone). Come puoi ben vedere, ognuno ha il suo!
  1. Molti dispositivi hanno la possibilità di comunicare parlando la stessa lingua per mezzo di interfacce o gateway, quindi come se fossero integrati tra loro anche se appartengono a due mondi diversi; Attenzione perché  potrebbero fregarti vendendoti uno “standard” invece è un “altro”.
  2. I prodotti che parlano la stessa lingua, ad esempio il KNX, usano lo stesso software per essere programmati. Anche se possono svolgere le stesse funzioni hanno caratteristiche differenti, sopratutto se sono realizzati da aziende diverse;
  3. Quante più aziende uniformano i propri prodotti sotto un unico sistema di comunicazione e distribuzione dei dati, quanto più quel sistema è definito come standard. Pensa alla presa Scart utilizzata negli anni 80 e l’HDMI dei giorni nostri. Ad oggi ci sono ancora TV e sorgenti che le hanno entrambi.

Io sono dell’idea che persone ed impianti devono fare bene il proprio lavoro… quindi bisognerà scegliere lo “standard” più appropriato in ogni situazione. Certo, poi bisognerà metterli insieme con un buon sistema di supervisione, ma questo è un altro problema!

Alla prossima

Fabio

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